09 luglio 2005

The man with a 1000 faces

Le occasioni più belle son quelle che ti capitano quando meno te lo aspetti.
Sono qui a Parigi per visitare la città e i suoi monumenti e certo non penso di andare al cinema o piuttosto a teatro; bastano e avanzano i musei ad occupare il mio tempo.
Tuttavia non posso non notare per tutta la capitale la massiccia campagna promozionale a favore del nuovo film di Tim Burton (il mio regista preferito) in uscita nelle sale di Parigi il 13 luglio prossimo: “Charlie et la chocolaterie”.
Sarebbe bello vederlo, ma sarebbe in francese.. e poi tra pochi mesi (sigh) ce l’avrei comunque in Italia.
Il discorso cambia invece per quello che sono andato a vedere stasera al teatro Mogador: Arturo Brachetti, il più grande attore-trasformista del mondo.
Lui è italiano ma in Italia non si esibisce quasi mai e avendo visto che era in scena qui a Parigi, l’occassione mi è sembrata ghiotta per approfittarne, io che sogno da tempo di riuscire a vederlo da vivo.
Presi i biglietti all’ultimo momento ho avuto dei posti moooooolto lontano dal palco, ma lo spettacolo è stato comunque meraviglioso!!
“100 personaggi in 100 minuti” recita la pubblicità, ma Arturo è riuscito a produrne 25 solo con un vecchio cappello, figuratevi il resto! E poi ombre cinesi, giochi di prestigio e illusionismo, balletti, racconti poetici e battute spiritose, cambi d’abito incredibili e costumi bellissimi in una rassegna che vedeva Arturo raccontare la sua vita, la sua genesi artistica, dalle marionette ai grandi personaggi del cinema di tutti i tempi, fino a concludere con un omaggio a un grande maestro: Federico Fellini.
Grande Arturo, complimenti davvero!

La terreur

Con quello che è successo ieri a Londra, lo confesso, stamattina ho avuto un po’ di timore a entrare e utilizzare la metro; del resto sono in un’importante capitale europea, possibilissimo bersaglio dei prossimi (speriamo mai) attacchi.
Le prime pagine dei quotidiani parigini urlano a gran voce la notizia della “strage”, mostrano immagini di tragedia, ma onestamente il comportamento della città non mi sembra cambiato.
Sia prima che dopo gli attacchi di Londra all’ingresso di qualsiasi monumento o museo ti viene controllato lo zaino, o qualsiasi borsa tu abbia con te; sia prima che dopo gli attacchi nessuno ti controlla un bel nulla prima di entrare in metro, o in altra stazione.
E pensare che è proprio ai trasporti pubblici che sembrano più votati questi assassini.

Il troppo-museo: Le Louvre

Anche quella della visita al Louvre è senza dubbio un’esperienza impegnativa che merita di essere fatta.
Quasi dodici ore all’interno di questo enorme palazzo, camminando lungo chilometri di corridoi, non sono comunque bastati per poter vedere (e degnamente apprezzare) la totalità dei capolavori d’arte qui conservati.
Credo che il più grande pregio di questo museo (la sua straordinaria completezza) sia al tempo stesso il suo peggior difetto dato che in mezzo a questo mare di opere la maggior parte di esse finiscono per essere viste di sfuggita, o perse del tutto.
Ecco che allora si deve cedere al japan-style che prevede un numero preciso di tappe alla scoperta delle sole opere più celebri e “famose” (non è sempre detto che siano le più importanti).
Un po’ come al cabaret, che tutti cercano la soubrette di spicco, la ballerina “solista”.
Vedi la Gioconda ad esempio… tutti la cercano forsennatamente tra i corridoi (per fortuna il percorso che porta a lei è ben evidenziato) e appena raggiunta la sua sala si mettono ansiosamente in fila in attesa di esserle al cospetto per vederla, o ancor meglio fotografarla.
La fotografano tutti, con qualsiasi mezzo, videofonini compresi, e se ti vuoi soffermare un po’ di più cercando di carpire il suo segreto, o semplicemente per cercare di trovare il verso delle pennellate, ecco che i trecento assetati che ti stanno dietro iniziano a spazientirsi, e devi toglierti dalla fila.
Nella foto a lato ho voluto raffigurare proprio loro, gli ammiratori della “soubrette” del Louvre.

07 luglio 2005

Luglio: vento e pioggia.

Partendo da casa avevo un pò di paura di soffrire un gran caldo qui, del resto anche i principali siti web di notizie meteo avvertivano: oltre 30 gradi e alta umidità.
Arrivato qui invece, fortunato come sempre trovo l'esatto opposto: 13 gradi, pioggia e vento :-(
Che noia, non è certo l'ideale per chi vuole scattare delle foto o visitare una città e i suoi monumenti. La torre Eiffel e la Défense non sono davvero il massimo quando piove e tira vento...

DLRP: Need Magic?


Andare a Disneyland, in qualunque parte del mondo ti trovi, è senza dubbio un'esperienza da fare. Non a caso, quello che noi chiamiamo volgarmente "biglietto d'ingresso", loro lo definiscono "passaporto": hanno ragione, con quel ticket si entra davvero in un'altro mondo, qualcosa che non ha nulla a che fare con la vita di tutti i giorni.
Dentro disneyland tutto è perfetto, pulito, bello, luccicante, fiorito, profumato, luminoso, divertente, musicale; tutte le persone sono felici, sorridono, si divertono, mangiano, giocano, spendono, si riposano, cantano.
I più belli sono i bambini, che quando incontrano un "personaggio" per la Main Street sono davvero convinti di aver incontrato veramente quel personaggio in carne ed ossa: loro non vedono una ragazzina vestita da Topolino, ma il vero Topolino che ieri guardavano in TV o leggevano sul loro fumetto preferito.
Se davvero vuoi divertirti al massimo devi dimenticare che tutto è finto e di cartapesta, devi recuperare la tua infantile innocenza e credere che tutto sia vero e autentico; per un giorno si può fare.

05 luglio 2005

Ieri borbonico, oggi disneyano


Ieri, dopo pranzo, da Cadet ho raggiunto la Senna in prossimità del Louvre, passando per caratteristici luoghi della Parigi che fu: i "passages couvert". Si tratta di specie di gallerie dove all'interno trovano spazio negozi, ristoranti, teatrini, gallerie d'arte; furono realizzate nel periodo borbonico e offrivano ai parigini una piacevole passeggiata, pulita e coperta, dove fare i loro acquisti. Prima che cadessero in "disgrazia" alla fine dell'ottocento in tutta la città ce n'erano più di cento, oggi una decina.
È bello visitarli perché sono pressoché come allora, e danno una bella idea di uno stile di vita che i grandi centri commerciali hanno cancellato.
Poi ieri sera il Louvre l'ho visto solo da fuori, ci torno con calma domani; oggi sto andando a visitare Topolino!

04 luglio 2005

A stomaco pieno...


Raggiungere l'hotel è stato facile. Vicinissimo alla fermata della metro "Cadet" curiosamente si trova in fondo alla strada dov'è "Les folies Bergerès", magari una sera ci si potrebbe fare un salto!
L' hotel è molto bello, in foto rendeva bene ma devo dire che dal vero è decisamente meglio: comodo, elegante e non manca delle più moderne comodità (accesso WiFi incluso).
Ho pranzato in una brasserie su "rue La Fayette" e dopo un'entrecote e una mousse au chocolat sono pronto ad andare alla scoperta di Parigi. Peccato per il tempo.. nuvoloso e con minaccia di pioggia.

Atterrato (con ritardo)

L'aereo è partito da Pisa con quasi un'ora di ritardo a causa di alcuni problemi all'aereoporto di destinazione dovuti al cattivo tempo.
Infatti, superate le Alpi, il viaggio è stato abbastanza turbolento. Atterrato a CDG è infatti nuvoloso e freddo, quasi 10 gradi in meno rispetto a Pisa. Adesso con la RER raggiungo il mio hotel, a poi a fare pappa!

Check-in

Sono in aereoporto, appena fatto il check-in, mi trovo adesso nella zona dutyfree seduto sotto una bocchetta dell'aria condizionata in attesa di imbarcare.
L'aereo era in situazione di overbooking e mi hanno offerto 75 euro se accettavo di partire nel pomeriggio, oppure un buono da 150 spendibile in un altro volo. Interessante, non mi era mai capitato, ma non ho accettato l'offerta e parto adesso come programmato.
Anche questa è nuova: dopo il controllo ai raggi X mi hanno fermato per un ulteriore test; hanno preso il mio bagaglio a mano e lo hanno analizzato con un apposito rilevatore per scoprire se avevo esplosivi nella borsa. Ho due teorie a proposito: o l'addetta si annoiava ed era ansiosa di utilizzare il suo nuovo rilevatore, oppure stamattina non ho un così bell'aspetto.
Si parte.

03 luglio 2005

Inaugurazione

Volendo pensarci e guardare indietro sembra incredibile, ma ci sono girato intorno davvero tanti anni; parlo del progetto di avere un mio Blog. Il tentativo più "vecchio" che ricordo risale ai primi mesi del 2001 e se sei curioso lo trovi ancora online qui .
Il "Bloq" (così si chiamava) a dire il vero non voleva essere un vero blog, ma piuttosto una specie di esercizio di stile, con il quale ho sperimentato e imparato a usare il linguaggio ASP quando di mestiere disegnavo e realizzavo siti web.

Oggi, primi giorni di luglio 2005, ci riprovo; stavolta con l'intento serio di "comunicare".
L'occasione nasce dal fatto che domani parto per le vacanze e starò una settimana fuori casa: tenterò con questo strumento di tenere un diario del mio viaggio, condiviso e multimediale, semmai interattivo.
Sì, non serve ripetermelo, so benissimo che non si tratta di un'idea originale, lo stesso alcuni miei cari amici lo hanno già fatto in passato, ma oggi mi andava di farlo io...

Senza nessuna pretesa di essere divertente, popolare, alla moda..
famoso.

Non è un caso che per far prima, e rendermi al vita più facile, mi sono affidato a dei software e risorse già disponibili; la grafica è carina e il sistema di pubblicazione è efficiente e completo di tutte le funzioni che mi interessano.. che pretendere di più?

Bene, il dado è tratto.. buona lettura a tutti!